Commercialista, assistenza fiscale e societaria
Commercialista, assistenza fiscale e societaria
Consulenza fiscale, contabile e societaria specializzata nella gestione e nel superamento dei problemi quotidiani.
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MISSION
Qui mi racconto, racconto la mia professionalità,
la mia mission!
Una breve “romanzata” della storia e della mission può aiutare a capirci meglio in futuro.
Perché essere un commercialista. E perché essere un revisore.
Avevo 13 anni quando ho deciso cosa avrei fatto da grande.
Fare il commercialista mi avrebbe permesso di vedere ogni realtà economica, essere partecipe di grandi successi e sfide intriganti, e il tutto lo avrei potuto fare in autonomia.
All'università mi appassionai alla revisione. Il revisore, da un punto di vista opposto al commercialista, controlla-verifica-valida i processi che permettono di controllare e misurare il successo.
Il Commercialista fa, il Revisore controlla e verifica la correttezza di quanto è stato fatto.
Nel 2008 ho iniziato a lavorare per un piccolo studio, in Via Saffi, a Milano. Lì mi è stata affidata la gestione telematica, oramai già elemento portante della nostra attività.
L'esperienza è durata poco, forse neanche una decina di mesi. Volevo di più.
La fortuna mi ha portato quindi a lavorare presso lo Studio Pirola-Pennuto-Zei, senz'altro il più grande e il più ambito. Fortuna volle che entrai in un team che svolgeva l'attività di commercialista a 360 gradi. Contenzioso anzitutto. Poi Bilanci, pareri, dichiarativi e operazioni straordinarie. Insomma, da neofita potevo studiare tutto quanto volevo. Già ai tempi della ragioneria e dell'università eccedevo con lo studio, ma qui avevo accesso allo studio e alla sua immediata applicazione. Un processo dopo l'altro e sempre in pista. I Clienti erano straordinari: Barilla, Esselunga, Nolan e tanti altri.
La svolta professionale però ci fu nel 2012. Decisi di lasciare Pirola, un porto franco, un posto sicuro al 100%, per andare a lavorare presso un cosiddetto studio "boutique". CTeP. Qui c'era subito ampia autonomia rispetto ai tempi di carriera. La prima linea era sempre più forte e la maggiore autonomia anche. Pure qui, e forse qui anche più, i Clienti erano straordinari: HoneyWell, Husqvarna, Colt, Gruppo Laval e tanti altri.
Ma la vocazione era un'altra. Essere autonomo e “guidare” le piccole imprese, fatturati non oltre i pochi milioni e realtà più alla mano, più umane e più simili alla vita di tutti i giorni. E così che, ancor prima di abilitarmi, ancor prima di avere più di un Cliente, ho deciso di abbandonare il porto sicuro per seguire le mie aspirazioni.
Dal 1° gennaio 2014 mi sono messo in proprio. Con la sfrontatezza tipica della gioventù, senza neanche aver ancora completato il primo tentativo di esame di stato. Ma entro fine gennaio dello stesso anno ero già iscritto all'Albo dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Milano, alla Sezione A, nonché al Registro dei Revisori di Roma. Su circa 3.000 candidati arrivai settimo.
Qui è stato poco più di un decennio di successi e di orgoglio. Da solo, senza alcun aiuto, senza alcuna forma di pubblicità, ogni Cliente me ne portava altri, costituivo società, portavo avanti un'attività dietro l'altra, lavorando sette giorni su sette, anche a capodanno, anche a ferragosto e anche le mattine del Natale. Bello e inimmaginabile. In questi anni ho avuto l'onore di accompagnare decine e decine di aziende, in ogni campo, in mille percorsi diversi. Dai servizi all'innovazione, dalle App agli artigiani, dai professionisti ai commercianti, dalle start up innovative alle PMI innovative. E così è andata su Cagliari, Milano, Roma, Catania, Livorno, Torino, Aosta, Brescia, Genova, etc. Con alcuni Clienti non ci vediamo da dieci anni, con altri non ci siamo visti, con altri ci vediamo quasi ogni giorno. Ma con tutti, ci sentiamo costantemente, ci incontriamo appena capita e mangiamo insieme, condividiamo momenti speciali della nostra vita privata e del nostro lavoro.
Fare il commercialista significa occuparsi oggi di design, domani di idraulica, dopo domani di politica, e poi ancora di professioni, di educazione, di medicina, di aiuti pubblici, di tanti sacrifici, di tanti successi e, anche, di situazioni dove bisogna ridurre al minimo e sconfitte, le ferite e le sofferenze che a volte le aziende posso causare. Vedere abiti di lusso, opere d'arte, consegne veloci, malati curarsi, giovani studiare e anziani essere assistiti, case comprate e magazzini riempiti, pranzi e cene, convivialità e divertimento.
Il commercialista è l'unico professionista che può essere un vero partecipe di tutte queste sfaccettature della nostra quotidianità. E si fa trovare sempre, sia il giorno prima di Natale che quello prima di ferragosto, il giorno che va in ferie e il giorno che parte per il viaggio di nozze, quando gli nasce un figlio o quando perde un suo caro.
Leggere sempre.
Applicare quel che abbiamo scoperto.
Verifichiamo subito le nostre applicazioni.
Il primo lavoro del commercialista è leggere. Quindi sapere. Questa dà appagamento e sicurezza. A furia di leggere tutti sappiamo sempre di più. E più leggiamo più sappiamo.
Dopo che abbiamo letto, quindi appreso, abbiamo l'enorme opportunità di applicarlo. Studiamo la teoria e la applichiamo subito alla pratica.
E' un attimo, e sappiamo subito se quanto abbiamo appreso è corretto. Altrimenti ricominciamo il processo. Leggiamo-applichiamo-verifichiamo.
Il ruolo del Cliente.
Il risultato.
Confronto costante
Il Cliente ha subito modo di promuoverci oppure no. Facciamo tutto per lui, solo per lui. Deve essere contento oggi e soprattutto domani. Il Cliente è il nostro giudice.
Il risultato del nostro lavoro è multistrato: soddisfazione del Cliente nell'immediato e nel futuro, risultati apprezzabili come: obbiettivo raggiunto, tempi rispettati, zero sanzioni, minimizzazione del rischio, ripetibilità del risultato.
Consulente e Cliente si interfacciano sempre, anche quotidianamente. Un rapporto stretto, professionale e costruttivo rappresenta un risultato del buon lavoro e della buona vita.